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Dal quotidiano di ieri invece un'intervista a Michele in occasione dell'arrivo a Trento dei provini di X Factor.
TRENTO. Il Trentino e X-Factor sono diventati da un tempo un binomio indissolubile, almeno da quando la band dei Bastard sons of Dioniso, nell'edizione del 2009, sono arrivati secondi nella classifica assoluta, a un passo dalla vittoria e primi al premio della giuria. All'epoca supportati dalla spumeggiante produttrice Mara Maionchi, si potrebbero definire un'eccellenza "doc" di questa terra. Anche per il coraggio che hanno avuto di staccarsi da un modello, quello del successo condensato in formato talent show, che ha già mietuto molte eccelse vittime. E talmente coraggiosi e "doc" da rompere il loro contratto discografico con la Sony per garantirsi un percorso artistico più autonomo. Michele Vicentini, che dei Bastard è voce e chitarra, racconta senza rimpianti quei mesi dell'autuunno del 2009 in cui tutto il Trentino, e non solo, si riuniva per loro di fronte alla tv come durante i mondiali di calcio: Michele, la trasmissione che vi ha resi celebri arriva per la prima volta a Trento.
Andrete a vedere le selezioni?
Ho saputo solo giovedì che le selezioni sarebbero arrivate in città e posso dire che, no, non andremo a dare nessuna occhiata.
Anche voi fra quelli divenuti critici nei confronti di X-Factor?
Diciamo che è stata un'esperienza che ci è servita per farci conoscere, ma che tutto sommato non rimpiango affatto.
L'impressione è che, in un mondo dello star system che tende a divorare i suoi figli, voi invece siate riusciti un po'a sfruttarlo...
Sì, per certi versi è vero. Siamo andati ad X-Factor senza pretese e siamo riusciti a non farci coinvolgere da quel mondo. Questa è stata la nostra forza e continua ad esserlo. E' inevitabile, altrimenti, in certi ambienti, che non si duri molto. Si viene usati fino a che si è dei personaggi per poi essere scartati e buttati via.
Voi però non solo siete sopravvissuti, ma artisticamente vi siete anche rafforzati. Come è stato possibile?
Noi avevamo già una nostra identità ben chiara, qualcosa che era sin dall'inizio un progetto di base da portare avanti: ci siamo impuntati a voler fare le cose come piaceva a noi. E questo ad esempio ci ha spinti ad allontanarci dalla Sony.
Vi manca l'iper riconoscibilità dei primi tempi?
Noi continuiamo a fare un sacco di date, di tour. Abbiamo girato ultimamente l'Emilia, il Veneto, siamo stati a Roma e a Milano. C'è chi crede, perché non vai più in tv, che non esisti, ma proprio non è così, anzi.
A settembre uscirà il nuovo album. Estate di riposo?
Ma quale riposo, abbiamo 30 concerti in programma: la qualità sta pagando, e noi siamo contenti così.
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