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Purtroppo per problemi di connessione, di pc e soprattutto di tempo, il blog chiude. Non ho più tempo per gestirlo e tutto il materiale che stavo preparando e quello che è presente attualmente è andato perso con il mio computer. Il blog resterà cmq aperto così com'è e navigabile ancora ma al momento non verrà aggiornato. Se riuscirò a ripristinare il tutto torneremo on line!
Mi dispiace davvero tantissimo!
Camilla



Nuova recensione By Rolling Stone Magazine

18 novembre 2009
Nuovissima recensione by www.rollingstonemagazine.it
Il modo più facile per dirlo è che i madrigali del '500 con le ballate di Dave Grohl ci stanno da dio. E che di esordi hard rock così colti e tamarri insieme, soprattutto in Valsugana, non se ne vedevano da tempo.
Il più difficile è scrivere questa recensione facendo finta che i Bastard Sons of Dioniso non siano mai stati lanciati da un reality show statale. E che il produttore artistico non si chiami Gaudi, come quel signore che si veste a metà fra Tony Manero e Ziggy Stardust, ma Rick Rubin.
E poi, esordio sì, ma fino a un certo punto. Jacopo, Michele e Federico hanno alle spalle un fama masspopolare preventiva (che culo), due robine autoprodotte nel 2007 e un EP di sei pezzi, L'amor carnale, uscito quest'estate, con cover dei Nomadi (Che colpa abbiamo noi) ed Enrico Ruggeri (Contessa) che promettevano già bene. Ora l'atteso disco punk che avrebbe dovuto benedire l'unione di Maria De Filippi boys e vecchiazze grunge è finalmente uscito. E dovreste andarlo a comprare.
Non che scopiazzare le martellate dei Queens of the Stone Age e intonarci sopra tre vocine wasp (Se t'annoi) basti a impressionarci, ma incorniciarle con assoli di Angus Young - che solo ore e ore di autistica mimesi possono uguagliare - e rime ontologiche che farebbero invidia al Liga ("almen che non sia noia l'aldilà / almen che non sia noia al bar di là"), questo sì, stupisce. E neppure trasformare un'impalcatura sonora dei Green Day in motivetto generazionale è cosa commovente. Ma se l'italiano di Io non compro più speranza è quello cortese, leggi medievale ("Io non compro più speranza / che'll è falsa mercancia / a darn sol attendo via / chella poca che m'avanza"), c'è poco da snobbare. E quando in una ballata trobadorica (Versa la mia testa) gli arpeggi diventano riff e i riff pestaggi metal, allora ti viene da pensare ai massimi sistemi. Che i Bastard non sono i Finley. Che Vigolo Vattaro non è Cinecittà. E che Mara Maionchi non è Cecchetto.
Matteo Maresi

come sempre vi ricordo la nostra: RACCOLTA RECENSIONI QUI
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